ENGIM Emilia Romagna presenta l'Annual Report 2020
GUARDARE AL FUTURO, ATTRAVERSO LA FORMAZIONE E LA CONDIVISIONE
Nel nuovo complesso di ENGIM Emilia-Romagna ed ex azienda agricola sperimentale “Mario Marani” di Ravenna, mercoledì 1° dicembre si è svolto l’incontro dedicato all’Annual Report 2020, organizzato dalla Fondazione ENGIM Emilia-Romagna in occasione della presentazione del bilancio sociale 2020.
Per prendere parte a questo dialogo fra le istituzioni e il territorio, sono intervenuti il presidente di Fondazione ENGIM padre Antonio Teodoro Lucente, il presidente di AECA Giuseppe Pagani, il presidente di Terzjus ed ex Sottosegretario al Ministero del Lavoro Luigi Bobba, l'esperto del Terzo settore Gabriele Sepio, moderati da Marco Muzzarelli, direttore nazionale ENGIM.
«Noi non abbiamo mai inteso il Bilancio Sociale come un adempimento, ma come un “ritorno a noi”. Tre valori irrinunciabili per la nostra Fondazione sono diventati per noi il paradigma attraverso cui ci andiamo a declinare nella realtà in cui viviamo: we are, we share, we care. In un tempo in cui l’esistenza sembra giocarsi totalmente just in time, ENGIM vuole e sa essere capace di costruire progetti in grado di interpretare il futuro e costituire per questo futuro un fattore vincente.» – ha dichiarato padre Antonio Lucente, presidente di Fondazione ENGIM. «Il nostro report intende essere uno strumento utile per i tanti che questo territorio lo vivono quotidianamente; proprio per questo motivo “we are”: esserci in prima persona, senza delegare altri, non tenersi fuori dal corso della storia; noi, insieme ai nostri giovani lavoratori, decidiamo di esserci. “Noi” significa condividere e per questo “we share”: il dialogo è imprescindibile, la dialettica è necessaria per valorizzare la “cultura dell’incontro”, per cambiare il modello di sviluppo globale, per riorientare la globalizzazione verso la relazionalità. Infine, “we care”: coinvolgerci in prima persona nel comprendere le implicazioni del nostro essere una sola famiglia umana. È bene mettere i pezzi che ci portano a questo Annual Report, poiché questo racconta della nostra esperienza, racconta la nostra esperienza a scuola, le regole che si stipulano nella didattica, il lavoro che fanno i tutor; ci racconta anche della nostra resistenza e della nostra speranza, quella speranza che per Agostino ha due figli: lo sdegno e il coraggio; lo sdegno per la realtà delle cose e le ingiustizie, il coraggio per credere a un cambiamento. La cura degli ultimi è l’unico titolo nobiliare di cui noi cristiani dovremmo fregiarci, l’unico potere che dovrebbe esercitare chi ha il compito di formare giovani e giovani lavoratori».
«La particolarità di poter vivere con questi ragazzi e queste ragazze delle esperienze che danno senso a una relazione, che riumanizzano il nostro contesto, ci permettono di pensare alle nostre realtà come a delle oasi di fraternità, luoghi dove i ragazzi e le ragazze sperimentano la capacità d ricostruire comunità” secondo il presidente di AECA Giuseppe Pagani. «C’è bisogno di riscoprire il valore di fare comunità, di farlo insieme, di riscoprire i valori per una socialità che possa includere tutti e non lasciare persone escluse. Credo, in questo senso, che a ENGIM siano esploratori di futuro da questo punto di vista e spero che AECA possa continuare a essere al fianco di ENGIM propulsore di questi concetti all’interno del sistema Emilia-Romagna»..
«ENGIM ha saputo guardare con lungimiranza alla riforma del Terzo settore, in questi giorni di avvio dei RUNTS» – ha detto l’avvocato Gabriele Sepio, che ha accompagnato ENGIM in questo percorso di trasformazione e redazione dell’Annual Report. «Occorre fotografare il Terzo settore italiano guardando al futuro: ormai da qualche tempo diversi avvisi, bandi, finanziamenti sono rivolti agli enti del Terzo settore, che gradualmente diventeranno pilastro interno attorno a cui ruoterà il modello dell’economia sociale. Gli enti del Terzo settore fanno della trasparenza e della rendicontazione il loro modello di riferimento e in questo il Bilancio Sociale, per la prima volta, legittima la possibilità per gli enti di costruirsi una vetrina rispetto al valore sociale dell’attività svolta».
Anche l’ex Sottosegretario al Ministero del Lavoro e attuale presidente Terzjus Luigi Bobba condivide quanto di positivo ci sia nel presentare un Bilancio Sociale: «Quando ci si mette a lavoro per realizzare un Bilancio Sociale», ha raccontato, «vengono fuori almeno tre aspetti positivi: prima di tutto si comprende che la vita di un ente di Fondazione, come ENGIM, non è riducibile a un numero, ma vive del valore sociale aggiunto, vale a dire di quanto si riesce a generare non solo sul piano economico, ma anche su ciò che riverbera nella società. Questo approccio genera un miglioramento, in termini di migliore educazione e formazione dei ragazzi, in termini di inserimento nel mondo del lavoro, in termine di costruzione di rapporti collaborativi con imprese e aziende per migliorare le capacità professionali delle persone. In secondo luogo, la rendicontazione sociale è fondamentale nella nuova legislazione del Terzo settore, poiché questi enti che non hanno una finalità lucrativa precipua, ma devono guadagnare ogni giorno la fiducia non solo delle persone che vi lavorano, ma delle persone che utilizzano il servizio e delle imprese a esso connesse. Infine, è una grande occasione di coinvolgimento, poiché è necessario coinvolgere e far partecipare tutti coloro che hanno un ruolo nella vita dell’ente di formazione professionale».
«Credo che sia una cosa importante rendersi conto che questa presentazione del Bilancio Sociale ci rende tutti più vicini, – ha aggiunto Marco Muzzarelli, direttore nazionale di Fondazione ENGIM – «perché così facendo si entra dentro una dinamica di gruppo, facendo sapere che ENGIM è presente sul territorio. In questo modo proviamo a rendere presente che la formazione professionale è un soggetto importante nelle politiche attive del lavoro; abbiamo degli obiettivi comuni che nascono anche da raccomandazioni che partono da livello europeo e pian piano attuiamo a livello locale. I numeri, in questo senso, stanno dicendo come ENGIM si sta evolvendo in quella direzione, trasformandosi da scuola ad agenti per la formazione e il lavoro delle persone, nella cosiddetta politica attiva per il lavoro».
I DATI dell’ANNUAL REPORT 2020 di Fondazione ENGIM Emilia-Romagna
Con l'occasione è stato presentato l'Annual Report ENGIM Emilia-Romagna 2020, o Bilancio Sociale, con cui la fondazione regionale illustra le attività, i progetti, le strategie e i risultati ottenuti nel corso dell’esercizio 2020 con l’obiettivo di fornire, negli anni, un quadro sempre più dettagliato degli impatti generati dalle attività in ambito economico, sociale e ambientale e quindi di sostenibilità.
Nel 2020 le attività di formazione professionale di ENGIM Emilia-Romagna hanno coinvolto 623 allievi in 62 corsi, con un successo formativo che si attesta con 132 qualifiche professionali conseguite. È pari all’80% il numero di allievi occupati a due anni dalla qualifica. ENGIM ha deciso di integrare nei propri obiettivi strategici gli obiettivi quantitativi europei che prevedono di portare questa percentuale all’82% entro il 2025. 19.120 sono il totale delle ore di corso erogate in Emilia-Romagna nel 2020, suddivise tra i percorsi di istruzione e formazione professionale (IEFP), i corsi gratuiti per non occupati e i progetti dell’Area Welfare come il Fondo Regionale Disabili, il piano di recupero per ex detenuti (UEPE) e il progetto Chance dedicato alle vittime di tratta. 117, invece, i lavoratori coinvolti. Oltre 2,7 milioni di euro sono i contributi ricevuti da istituzioni e privati per le attività formative.
Sul territorio, nel 2015 nasce Officina Ubuntu a Ravenna, la prima impresa formativa in di ENGIM Emilia-Romagna ad essere attiva all’interno di un contesto formativo professionale. In particolare, la gestione e la cura della bottega alimentare sono realizzate in collaborazione con gli studenti del Corse Operatore del Punto Vendita. I prodotti homemade, i pranzi e gli aperitivi sono spesso prodotti con i ragazzi del Corso di Operatore Agroalimentare mentre le linee dei prodotti, dei volantini e dei materiali informativi sono ideate e create dagli studenti del Corso di Operatore Grafico.
Dal 2017, ENGIM Emilia-Romagna ha istituito una nuova sede presso l’ex azienda agricola sperimentale “Mario Marani”, con cui si prefigge di costruire una filiera didattica nel settore agroalimentare e fare formazione attraverso il lavoro.