Dalla Norvegia alcune buone prassi per la formazione in Italia
Norvegia - Stavanger, 12-16 settembre 2022
Riuscite ad immaginare un Paese in cui metà degli adolescenti sceglie la formazione professionale, certi di poter affrontare un percorso professionalizzante senza sentirsi additati come giovani poco studiosi e in cerca di percorsi brevi e scorciatoie? Vi sembra possibile immaginare una scuola dove i ragazzi del liceo e della formazione professionale condividano spazi, laboratori e, addirittura, i docenti?
Non si tratta di un luogo di fantasia, esiste davvero: è la Norvegia.
Grazie al progetto Pro.mo - Professionals on The Move, alcuni operatori ENGIM hanno potuto far visita a diverse realtà formative della regione Rogaland, nel Sud della Norvegia. È stato un viaggio tra scuole ed enti pubblici, imprese private e perfino un penitenziario.
Con uno sforzo di adattamento al nostro sistema, diversamente normato, sono davvero tanti gli spunti da cui attingere per migliorare la formazione professionale in Italia. Eccone alcuni:
- Ufficio per l’apprendistato: si tratta di un ufficio pubblico che si occupa di matchare imprese e studenti per dare la migliore risposta alle esigenze formative dei ragazzi e ai bisogni del mercato del lavoro. È un elemento fondamentale, un trait d’union che accompagna imprese e allievi lungo i due anni di apprendistato previsti dal sistema VET norvegese. Viene quindi regolamentata un’attività che in Italia è responsabilità degli enti formativi, in particolar modo di tutor e formatori.
- Formazione continua dei docenti: i docenti sono continuamente stimolati e motivati ad aggiornare le proprie competenze attraverso percorsi di formazione continua. È talmente promossa la crescita professionale e il continuo miglioramento dei docenti che questi possono scegliere, in qualsiasi momento della loro carriera, di cambiare materia di insegnamento.
- Internazionalizzazione: l’esperienza all’estero per allievi e docenti è incentivata dal sistema e sponsorizzata dai partecipanti stessi. Gli allievi che partecipano a programmi di mobilità sono responsabilizzati e informati circa l’alto valore dell’esperienza in termini di acquisizione di competenze fondamentali per la vita professionale.
Iniziare a pensare ai giovani allievi della formazione professionale come ragazzi meritevoli delle stesse opportunità dei liceali e cominciare a considerare i formatori al pari degli insegnanti della scuola, è una sfida che le istituzioni italiane devono affrontare per rinforzare il sistema e favorire, di conseguenza, la crescita di tutto il Paese.