Il Recovery Plan come opportunità per la formazione professionale
Le cicatrici che lascerà questa emergenza sanitaria saranno molte e profonde nel tessuto sociale. L’ottavo obiettivo individuato dall’Agenda 2030 “Lavoro dignitoso e crescita economica” appare oggi più che mai lontano dagli occhi dei giovani in età da inserimento lavorativo e, purtroppo, anche distante dai molti adulti che in pochi mesi si sono trovati fuori dal mercato del lavoro.
Buone notizie da Bruxelles: grazie al Recovery Plan, sono previsti finanziamenti di oltre 60 miliardi di euro per azioni a beneficio del capitale umano, anche attraverso la formazione e l’aggiornamento delle competenze, a sostegno dell’occupazione giovanile e degli adulti.
Alcune anticipazioni date da Leonardo Lorusso (rappresentante del Comitato Istruzione del Consiglio UE) mercoledì 23 settembre 2020 durante l’audizione informale in IX Commissione della Conferenza delle Regioni, fanno luce sulla volontà della Commissione Europea di agire concretamente a favore dell’occupazione giovanile. A partire dal target under 30 con l’aggiornamento di Garanzia Giovani attraverso la reale mappatura dei soggetti destinatari per aumentare il loro coinvolgimento con azioni distinte tra i neet temporanei (alta istruzione) e i neet di lungo termine (soggetti più vulnerabili), per concludere con azioni personalizzate più simili ai processi attivati dalle altre politiche attive del lavoro (consulenza, orientamento, tutoring fino al matching con l’offerta di lavoro in apprendistato).
Focus anche sulla formazione professionale considerata all’unisono dai Paesi comunitari come leva per la crescita economica in tutta Europa. La forza è nei numeri: il 50% degli studenti in Europa frequentano la Formazione Professionale e l’80% di loro trova lavoro nel primo anno con una remunerazione del 25% superiore agli stipendi dei giovani studenti diplomati nell’istruzione.
Le priorità ora sono legate al riconoscimento e validazione dell’apprendimento in contesto non formale, con esperienze sul lavoro; altrettanto importante, facendo tesoro di quanto siamo stati costretti ad apprendere durante il lockdown, è il processo di digitalizzazione della FP attraverso strumenti di realtà virtuale e/o aumentata, per completare un’esperienza sul campo anche quando non è possibile lo spostamento fisico dello studente.
Infine, il processo di internazionalizzazione avviato con Erasmus+ (che continua ad essere potenziato con nuove risorse), vede ora la necessità di “fare sistema”, orientando gli enti FP a generare partenariati per l’innovazione: l’obiettivo è creare in Europa almeno cinquanta centri di eccellenza per la formazione professionale, anche in forma di consorzi.
In questo contesto di nuove chance che il Recovery Plan potrebbe dare alla formazione professionale, ENGIM si muove con un assetto nuovo, quello di fondazione, che la rende adatta ad intraprendere un nuovo dialogo con il “Primo settore” per dare risposte concrete alle esigenze dettate a livello europeo. Per dare opportunità ai giovani e agli adulti disoccupati dopo l’emergenza covid, Fondazione ENGIM mira a un nuovo modello dove la FP diventa una piattaforma di formazione e di welfare per tutta la vita, di formazione continua delle competenze. Per questo i luoghi tipici della formazione devono essere fortemente collegati con le aziende, nelle cosiddette company academy o nelle imprese formative: solo così si possono costituire vere e proprie Officine di Costruzione delle Competenze in cui accedere in qualsiasi momento della vita per azioni di upskilling e reskilling, allargando il tempo dell’apprendistato formativo per riqualificarsi anche da adulti.
Le Officine di Costruzione delle Competenze possono essere la risposta di ENGIM alla richiesta dell’Europa di far diventare la FP il fiore all’occhiello della formazione nel mondo, attraverso i Centri di Eccellenza. Le Officine delle Competenze hanno l’ambizione di diventare Centri di Eccellenza, luoghi di formazione ma anche di lavoro, capaci di modellarsi sulle esigenze sia del singolo individuo, sia del mondo delle imprese e in grado di trainare anche le aree rimaste indietro come il Sud Italia e il Sud del mondo (grazie all’azione di ENGIM come ong attiva in 16 Paesi). Luoghi in cui enti diversi convergono per dare risposte puntuali alle imprese e a chiunque necessiti di entrare o rientrare nel mondo del lavoro.
Fondazione ENGIM intende intraprendere questo percorso attraverso l’avvio di Centri Pilota in ogni regione italiana in cui opera, coinvolgendo un centro formativo in ognuna, attorno al quale far convergere investimenti delle imprese locali e sperimentare strategie di innovazione e specializzazione intelligente a livello regionale ed europeo.