L’APPRENDISTATO FORMATIVO IN EMILIA-ROMAGNA
Giovedì 17 novembre 2022 alle ore 11 il Palazzo Rasponi dalle Teste di Ravenna ha ospitato L’APPRENDISTATO FORMATIVO IN EMILIA-ROMAGNA, dibattito organizzato da Fondazione ENGIM Emilia-Romagna Ets in occasione della presentazione del Bilancio Sociale 2021.
Al dialogo sono intervenuti il presidente di Fondazione ENGIM padre Antonio Teodoro Lucente, il direttore di ENGIM Emilia-Romagna Rina Giorgetti, per AECA il presidente Giuseppe Pagani e il responsabile dell’Area Orientamento, IeFP e Formazione Superiore, Michele Zarri, Paola Rampini di ANPAL Servizi, il Prof. Antonio Viscomi dell’Università degli Studi Magna Grecia di Catanzaro , moderati da Marco Muzzarelli, direttore nazionale ENGIM.
«Eliminare le diseguaglianze attraverso la promozione del lavoro dignitoso, un lavoro che si rende cura delle relazioni: è questo il tentativo di ENGIM di rispondere alla sfida che abbiamo di fronte. Questo è il significato dei numeri che leggete nel Bilancio Sociale di ENGIM: sono numeri sempre in divenire perché siamo un ente dinamico, che lavora in collaborazione con altri enti come AECA per fare un percorso assieme» – ha dichiarato in apertura padre Antonio Lucente, presidente di Fondazione ENGIM. « L’auspicio è di riuscire a convertirci alla condivisione, perché solo condividendo si moltiplicano le occasioni, le opportunità; convertirci all’ospitalità per dilatare l’esperienza della condivisione; convertirci alla interdipendenza degli uni con gli altri».
«In questo momento di povertà educativa, il Bilancio Sociale di ENGIM è il racconto di una resistenza» secondo il presidente di AECA Giuseppe Pagani. «Cucire e ricucire trame di socialità e di senso, per far sperimentare ai ragazzi la bellezza di una comunità, è il ruolo degli enti di formazione professionale».
«Fondazione ENGIM introduce giovani e adulti nel mondo del lavoro. Ma le imprese che danno lavoro sono imprese di qualità? L’impresa è di qualità solo se investe nella qualità del lavoro, che è basato su una relazione dei soggetti coinvolti, una relazione che va curata. Come cambia quindi il lavoro e come cambia il senso del lavoro? L’articolo 4 della Costituzione parla chiaro: ognuno deve contribuire alla crescita materiale del proprio paese», ha spiegato in collegamento online il Prof. Antonio Viscomi, professore ordinario di Diritto del Lavoro presso l’Università degli Studi Magna Grecia di Catanzaro. «La transizione digitale può essere possibile solo se si mantiene la centralità della persona. In questo senso, la formazione diventa un processo evolutivo necessario così come l’apprendistato, che mettono al centro la crescita delle abilità e dei talenti delle persone. Così com’è regolamentato l’apprendistato adesso, non può funzionare: quello di primo livello coinvolge formatori e docenti che non sono preparati a dialogare con il mondo del lavoro. Se non avremo più un lavoro a vita, ma una vita di lavori, l’apprendistato deve essere uno strumento che ci accompagna lungo tutto il percorso. Serve dedicare tempo, darci il tempo per costruire l’impresa e le abilità dei lavoratori».
«L’orientamento è indispensabile nella formazione professionale perché spesso ci si occupa di giovani demotivati verso lo studio. Il sistema duale avvicina al lavoro dando ai ragazzi nuovo slancio» – ha detto Paola Rampini, responsabile delle azioni nazionali di sistema per l’apprendimento duale di ANPAL Servizi.
«C’è una letteratura ricchissima sull’apprendistato come strumento utile a favorire l’inserimento lavorativo dei giovani, ma resta di difficile attuazione perché è un’eredità del passato che forse è da rileggere. L’ente formativo è parte coinvolta nel contratto lavorativo di apprendistato, insieme all’impresa e all’apprendista; deve quindi mettere a disposizione risorse e competenze a servizio. Dall’apprendistato all’apprendista: quali esigenze? C’è un giovane che ha bisogno di una proposta ed è da qui che bisogna partire» – ha aggiunto Michele Zarri, responsabile dell’Area Orientamento, IeFP e Formazione Superiore AECA.
I DATI dell’ANNUAL REPORT 2020 di Fondazione ENGIM Emilia-Romagna
Con l'occasione è stato presentato il Bilancio Sociale 2021 di ENGIM Emilia-Romagna, con cui la fondazione regionale illustra le attività, i progetti, le strategie e i risultati ottenuti nel corso dell’esercizio 2021 con l’obiettivo di fornire, negli anni, un quadro sempre più dettagliato degli impatti generati dalle attività in ambito economico, sociale e ambientale e quindi di sostenibilità.
Nel 2021 le attività di formazione professionale di ENGIM Emilia-Romagna hanno coinvolto 492 allievi in 43 corsi, con un successo formativo che si attesta con 100 qualifiche professionali e 19 diplomi conseguiti. È pari all’78% il numero di allievi occupati a sei mesi dalla qualifica. ENGIM ha deciso di integrare nei propri obiettivi strategici gli obiettivi quantitativi europei che prevedono di portare questa percentuale all’82% entro il 2025.
Sul territorio, nel 2015 nasce Officina Ubuntu a Ravenna, la prima impresa formativa in di ENGIM Emilia-Romagna ad essere attiva all’interno di un contesto formativo professionale. In particolare, la gestione e la cura della bottega alimentare sono realizzate in collaborazione con gli studenti del Corse Operatore del Punto Vendita. I prodotti homemade, i pranzi e gli aperitivi sono spesso prodotti con i ragazzi del Corso di Operatore Agroalimentare mentre le linee dei prodotti, dei volantini e dei materiali informativi sono ideate e create dagli studenti del Corso di Operatore Grafico.
Dal 2017, ENGIM Emilia-Romagna ha istituito una nuova sede presso l’ex azienda agricola sperimentale Mario Marani, con cui si prefigge di costruire una filiera didattica nel settore agroalimentare e fare formazione attraverso il lavoro.
Nel 2021 sono stati avviati i lavori per l’apertura dell’Officina RE.Bike (Recycled ENGIM Bike: reciclare per un futuro sostenibile) a Cesena, ufficialmente inaugurata nel 2022. Officina RE.Bike si occupa di riqualificare le biciclette abbondonate e rimetterle perfettamente in funzione, per diffondere nei singoli e nella comunità l’idea di un utilizzo della bici con una gestione del riciclo e del riuso dei materiali scartati.
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